Guarda e rispondi

    Legenda

    Le regioni dell’America settentrionale erano popolate da cacciatori e raccoglitori nomadi.
    Nelle aree centrali e lungo la dorsale delle Ande solo dopo il III millennio a.C. apparvero i primi villaggi agricoli.
    La coltivazione era diversificata a causa della varietà ambientale: le coltivazioni più diffuse erano il mais, i fagioli e le zucche.

    Tra l’8000 e il 7000 a.C. tra i grandi fiumi del Tigri e l’Eufrate e lungo il corso del Nilo sorsero le civiltà della cosiddetta “mezzaluna fertile”.
    Si coltivavano grano, orzo, cereali l’ulivo e la vite.

    Intorno al VI millennio a.C. si svilupparono importanti civiltà fluviali in India, nella regione dell’Indo, e in Cina, prima nella regione del fiume Huag He (Fiume Giallo), più tardi lungo il Chang Jiang (Fiume Azzurro). Qui si sviluppò un’agricoltura basata sulla coltivazione del riso, del tè, del sorgo, del gelso per la produzione della seta.
    Tra il IV e il III millennio da Taiwan partirono gruppi umani che popolarono le Filippine e le isole del Pacifico.

    Nel III millennio a.C. solo l’Egitto si sviluppò in una civiltà fondata sull’agricoltura che produceva frumento, avena, segale, orzo, e sull’allevamento di ovini e suini; il resto del continente era abitato da tribù nomadi.
    Lungo le coste settentrionali vivevano i berberi, una popolazione risalente probabilmente al neolitico; l’area sahariana era popolata da pastori nomadi mentre nelle regioni subsahariane vi erano cacciatori e raccoglitori.

    Note

    Dall'agricoltura alle prime civiltà (VIII-II millennio a.C.)

    1/1