SENTIERI D'INCHIOSTRO - VOLUME 2
UNITÀ 7 - STORIE DI UNA VITA
  
                            

GIACOMO MAZZARIOL
MIO FRATELLO GIO


Giacomo ha un fratello minore di nome Giovanni.
Durante l’infanzia, Giacomo sta bene con lui,
lo crede infatti un supereroe, ma, con l’arrivo
dell’adolescenza le cose cambiano. Giacomo
comprende che Gio non ha dei superpoteri, ma è
affetto dalla sindrome di Down. Inizia allora a
vergognarsi della sua presenza, fino ad arrivare a
nasconderne l’esistenza agli amici.


Ci sono periodi in cui il tempo è una tartaruga sulla
sabbia.1 Altri in cui è un ghepardo nella savana,2
sempre pronto a divorarti la vita. I primi due anni
delle medie mi passarono accanto in quest’ultimo
modo; feci appena in tempo a riconoscerne il manto
beige e maculato che mi ritrovai sbattuto in terza.
Della prima e della seconda media ricordo quella
volta in cui beccammo la Defelice con un colpo di
cerbottana; quella in cui Andrea Marongiu s’attaccò
al termosifone con lo scotch e ci restò finché non
convinse la Stasi a fargli ripetere la verifica; e
quando io mi chiusi dentro l’armadio e dopo cinque
minuti saltai fuori davanti alla Pidello, di arte,
gridando: «Prof, Narnia è bellissima!».3
Oltre a questo, poco altro.
Sempre che non consideriate significativo il fatto
di aver nascosto ai compagni di avere un fratello;
un fratello di nome Giovanni.
E non una di quelle cose tipo: tu non me lo chiedi,
io non te lo dico. No, no. Proprio del tipo: «In
quanti siete in famiglia, Giacomo?» «In cinque.»;
«Hai dei fratelli o delle sorelle?» «Sì, certo. Ho due
sorelle.»; «Beato tra le donne…» «Eh, già!»
Ecco. Una cosa così.
In quei due anni il rapporto tra me e Gio era
completamente cambiato. O meglio, non è che fosse
cambiato il rapporto tra me e lui, era cambiato il
rapporto tra me, lui e il mondo. Alle elementari
non avevo mai avuto problemi a lasciare che Gio
invadesse il territorio della mia vita occupato dai
compagni, dalle amicizie e da tutto ciò che in
generale arriva dall’esterno della famiglia.
Alle medie, invece, era diventato un problema. Gio
non era più il mio fratellino speciale, tutto d’un
tratto era diventato un alieno, qualcuno il cui
comportamento era fonte di imbarazzo, qualcuno di
incomprensibile e di cui giustificarsi.
In quel momento della mia vita, l’unico tra
i coetanei che frequentavo a sapere della sua
esistenza era rimasto Vittore, il mio migliore
amico, un compagno delle elementari che avevo
continuato a vedere anche se alle medie c’eravamo
iscritti a scuole diverse. Tra quelli della nuova
classe nemmeno ad Arianna ero riuscito a dirlo.
Arianna. Arianna che dal primo giorno della prima
media esercitava nei miei confronti la stessa forza
gravitazionale di un pianeta verso i propri satelliti:
lei Terra, io Luna. Lo avevo tenuto nascosto anche
a lei, nonostante gli occhi, nonostante il sorriso,
nonostante avessimo gli stessi gusti musicali.
Perché non lo dicevo a nessuno?
Razionalmente4 non avrei saputo spiegarlo.
Istintivamente sapevo che poteva essere… Pericoloso.
G. Mazzariol, Mio fratello rincorre i dinosauri, Einaudi

1 il tempo... sabbia: il tempo a volte passa lento
come una tartaruga che cammina sulla sabbia.
2 un ghepardo nella savana: altre volte il tempo scorre veloce
come un ghepardo.
3 «… Narnia è bellissima!»: riferimento al racconto Le cronache di Narnia,
dove si narra di un mondo immaginario
raggiungibile tramite un armadio.
4 Razionalmente: con un ragionamento sensato.


                            


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