IL TEMPO, NOI E LA STORIA - DIDATTICA INCLUSIVA 3
UNITÀ 2. LE RADICI DELLE TRAGEDIE DEL NOVECENTO
  
             

TESTO BES
CAPITOLO 1 - L’ETÀ DELL’IMPERIALISMO

1. Dal colonialismo all’imperialismo
Dal 1870 al 1914 il colonialismo diventò imperialismo, perché ogni potenza voleva creare un proprio impero coloniale.
La più grande potenza fu l’Inghilterra, seguita da Francia, Belgio, Paesi Bassi, Germania, Italia, Stati Uniti e Giappone.
L’Austria e la Russia volevano allargarsi verso i Balcani.
Nelle colonie arrivarono molti emigranti che lasciavano la propria patria per andare a lavorare in altri Paesi.
Aumentò l’importanza delle materie prime cioè petrolio, ferro e rame di cui i Paesi europei erano poveri, mentre quelli africani e asiatici ricchi.

2. La spartizione dell’Africa
In Europa si diffuse la moda delle esplorazioni geografiche e molti partirono per motivi umanitari come medici e missionari, altri in cerca di fortuna: Cecil Rhodes partì per l’Africa alla ricerca di diamanti e fondò lo Zimbabwe;
David Livingstone esplorò l’Africa fino alle cascate Vittoria sul fiume Zambesi.
Henry M. Stanley partì in cerca di Livingstone.
In Africa, l’Inghilterra voleva creare un unico impero coloniale dall’Egitto al Sudafrica, ma la Francia conquistò i territori dal Gambia all’Egitto e iniziò uno scontro con l’Inghilterra che finì nel 1882, con l’invasione inglese dell’Egitto e l’occupazione francese della Tunisia.
Nel 1884-1885 la Conferenza di Berlino assegnò il Congo al Belgio e indicò i criteri con cui dividere l’Africa.
La Germania ebbe l’Africa Orientale e Occidentale Tedesca, l’Italia entrò in possesso dell’Eritrea, della Somalia e della Libia.

3. La spartizione dell’Asia
Gli Olandesi controllavano l’Indonesia mentre la Francia occupò il Vietnam, la Cambogia e il Laos.
Nel 1876 la regina Vittoria d’Inghilterra divenne Imperatrice delle Indie e il territorio indiano fu trasformato in un mercato inglese di tessuti e coltivazioni, come tè, cotone e iuta.
I contadini abbandonarono le coltivazioni tradizionali e causarono danni all’alimentazione e gravi carestie. Vennero costruiti ponti, strade, ospedali, scuole e una rete ferroviaria; furono eliminate la schiavitù e le tradizioni crudeli.
All’inizio del 1800, gli Inglesi acquistavano in Cina tè, seta, tessuti, broccato e porcellane.
Ai Cinesi interessava acquistare l’oppio, una droga vietata dal Governo perché causava dipendenza, gravi malattie e morte.
Gli Inglesi iniziarono a venderla ai Cinesi in modo illegale e così il governo cinese reagì e scoppiò la guerra dell’oppio, ma gli inglesi vinsero e la Cina accettò il libero commercio e cedette la città di Hong Kong.
L’economia cinese entrò in crisi e scoppiò contro gli stranieri presenti in Cina la rivolta dei boxer, una società segreta chiamata i Pugni della giustizia e dell’armonia, che finì nel 1901.

4. La colonizzazione interna degli Stati Uniti
Inizialmente gli Stati Uniti si dedicarono alla conquista del West.
I territori del West erano popolati dagli Indiani, ma molti morirono di fame per le guerre e le malattie portate dai bianchi.
I sopravvissuti fuggirono nelle riserve, cioè in territori lontani in cui erano costretti a vivere per mantenere la loro cultura.
Con la conquista del West la popolazione aumentò, si sviluppò l’economia e nel 1850 iniziò la rivoluzione industriale.
Negli Stati del Nord l’industria era molto sviluppata, la schiavitù era scomparsa, nelle fabbriche c’erano gli operai e i governi adottavano il protezionismo, una politica con tasse elevate per ridurre l’importazione delle merci straniere.
Negli Stati del Sud l’economia si basava sulle piantagioni di cotone e tabacco, la schiavitù era diffusa e i Governi erano favorevoli al libero scambio.
Nel 1860 venne eletto presidente Abraham Lincoln, favorevole al protezionismo e all’abolizione della schiavitù.
Nel 1861, 11 Stati Sudisti fecero la secessione, cioè la separazione dal Nord e iniziò la guerra di secessione, che finì nel 1865 con la sconfitta dei sudisti.
Nel 1863 negli Stati Uniti venne abolita la schiavitù, ma la popolazione di colore, fino al 1960, continuò a vivere in miseria e in una condizione di segregazione razziale, cioè di isolamento per il colore della pelle.

5. L’imperialismo degli Stati Uniti
Dopo la guerra di secessione, gli Stati Uniti diventarono una delle potenze più importanti a livello economico.
Nel 1890 divennero il Paese più industrializzato del mondo e cercarono di conquistare l’America Latina, causando lo scontro con la Spagna.
La politica imperialista americana verso l’America Latina venne descritta dal presidente degli Stati Uniti, Theodore Roosevelt in un discorso del 1904.
La guerra scoppiò nel 1898, si concluse con la vittoria degli Stati Uniti che ottennero le Filippine e il controllo di Cuba.
Dopo ci fu la rivolta di Panama, perché gli Stati Uniti volevano costruire un canale per far passare le navi dall’Oceano Atlantico all’Oceano Pacifico senza circumnavigare l’America del Sud.
Il Canale di Panama fu completato nel 1916.

6. L’imperialismo giapponese
Nel 1853 il Giappone fu costretto dagli Stati Uniti ad aprirsi al commercio internazionale e divenne una grande potenza.
L’imperatore Mutsuhito:
- abolì il feudalesimo;
- usò i samurai, cioè i nobili guerrieri, nell’amministrazione o nell’industria;
- riorganizzò l’esercito e il servizio militare divenne obbligatorio;
- nel 1869 scelse Tokyo come capitale dell’impero e nel 1890 approvò una nuova Costituzione.
Nel 1871 l’imperatore Mutsuhito inviò 107 funzionari in America ed Europa per vedere l’organizzazione della giustizia e della finanza, per conoscere le scuole, i trasporti, la sanità, l’industria, il commercio e l’arte.
Alla fine del XIX secolo, il Giappone ebbe una sua politica imperialista.
Nel 1894-95 il Giappone si scontrò con la Cina per il possesso della Corea, mentre cresceva la tensione con la Russia che voleva conquistare nuovi territori verso la Cina e il Pacifico.
Nel 1904 la Russia completò la ferrovia transiberiana e costruì una base navale e militare a Port Arthur.
Così nel 1904 scoppiò la guerra russo-giapponese, che finì con la battaglia di Tsushima, dove la flotta russa fu distrutta.
I Giapponesi ottennero così la Corea e la Manciuria mentre la Russia rinunciò al suo espansionismo verso Oriente.


             


  Editrice La Scuola © Tutti i diritti riservati