TESTO BES CAPITOLO 3 - 1943-1945: L’ITALIA E LA FINE DELLA GUERRA
1. La caduta del fascismo e l’armistizio Nel luglio 1943 gli Alleati sbarcarono in Sicilia e il Gran Consiglio del Fascismo votò la sfiducia a Mussolini. Il re incaricò il maresciallo Pietro Badoglio di formare il governo e fece arrestare Mussolini. L’8 settembre Badoglio firmò l’armistizio con gli Alleati, abbandonò Roma insieme al re per mettersi al sicuro a Brindisi e lasciarono l’Italia allo sbando. Così i Tedeschi occuparono l’Italia centrale e settentrionale, liberarono Mussolini e Hitler autorizzò il duce a fondare nel Nord Italia la Repubblica Sociale Italiana a Salò, sul lago di Garda. L’Italia era divisa in: Centro-Nord con la Repubblica di Salò, sostenuta dai Tedeschi; Sud con il Regno d’Italia, appoggiato dagli Alleati.
2. L’Italia allo sbando Dopo l’armistizio, gli Alleati erano diventati amici, mentre i Tedeschi occupavano il Paese, catturavano i militari e li mandavano nei campi di prigionia. Cefalonia, una delle isole greche dello Ionio, era occupata dall’esercito italiano che combatteva contro i Tedeschi. Dopo 10 giorni, il comando tedesco affermò che gli Italiani erano dei traditori e così 5.000 militari italiani vennero giustiziati.
3. La Resistenza in Italia Gli Italiani chiamati repubblichini si arruolarono nell’esercito di Mussolini, altri scelsero di combattere contro i fascisti e divennero partigiani. Iniziò la Resistenza, la lotta contro i nazisti. Alla guerra di liberazione partecipò anche parte dell’esercito italiano che non si arruolò con la Repubblica di Salò. Molti appoggiarono la Resistenza aiutando i partigiani, fu chiamata resistenza passiva o civile, perché questi Italiani non presero le armi.
4. Il CLN e la svolta di Salerno Crearono il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) i partiti antifascisti: il Partito comunista, socialista, repubblicano, liberale, d’Azione e i democratici cristiani che cercarono di coordinare l’azione dei partigiani e i capi della Resistenza. I partiti del CLN erano divisi, perché comunisti, socialisti e Partito d’Azione volevano la repubblica, mentre cattolici e liberali la monarchia. Il capo dei comunisti Palmiro Togliatti a Salerno disse che, finita la guerra, sarebbe stato il popolo a decidere tra monarchia e repubblica e per liberare l’Italia bisognava unire tutte le forze antifasciste. Vittorio Emanuele III lasciò al figlio Umberto II il ruolo di Luogotenente del Regno e nel maggio 1944 nacque un governo guidato dal liberale Ivanoe Bonomi, in cui erano presenti i rappresentanti dei partiti del CLN.
5. L’Italia tra successi partigiani e rappresaglie tedesche La Resistenza si sviluppò soprattutto al Nord, dove continuava la guerra di liberazione e l’azione del CLN, mentre al Sud ci furono le quattro giornate di Napoli nel settembre 1943, dove la popolazione si ribellò ai Tedeschi e li obbligò ad abbandonare la città prima dell’arrivo degli Alleati. In alcune zone del Paese nacquero delle repubbliche partigiane, mentre i Tedeschi e i fascisti cercavano di controllare l’Italia attraverso i rastrellamenti, cioè cercavano armi e partigiani e chi era catturato veniva torturato, ucciso o deportato nei lager. I nazifascisti distrussero interi paesi e uccisero i loro abitanti con le rappresaglie, violente vendette contro i civili, come avvenne a Boves in Piemonte e a Marzabotto in Emilia. Il 24 marzo 1944, a Roma, i partigiani uccisero 32 soldati tedeschi e il comando nazista fucilò 335 innocenti tra prigionieri politici, Ebrei, semplici sospettati: la strage delle Fosse Ardeatine. Gli Ebrei italiani furono perseguitati nelle regioni occupate dai Tedeschi e dalla Repubblica di Salò. Alcuni italiani nascosero gli Ebrei a rischio della propria vita, per evitare che venissero portati nei campi di concentramento di Fossoli, vicino Modena o alla Risiera di San Sabba, a Trieste, che era un campo con camere a gas e un forno crematorio. Primo Levi era tra gli ebrei prigionieri nel campo di Fossoli e fu poi deportato ad Auschwitz; lo scrittore raccontò la deportazione nel libro Se questo è un uomo.
6. La liberazione dell’Italia Dopo lo sbarco in Sicilia, gli Alleati si fermarono a Cassino. La capitale del Regno d’Italia fu prima Brindisi, poi Salerno, infine Roma, liberata il 4 giugno 1944. Firenze fu liberata il 6 agosto ma dall’inverno del 1944 gli Alleati furono bloccati per molti mesi sull’Appennino emiliano. Nell’aprile 1945 gli Alleati conquistarono il Nord e molte città, come Milano e Genova, furono liberate dai partigiani. Per questo il 25 aprile è la festa della Liberazione. Il 27 aprile Mussolini fu catturato a Dongo sul lago di Como, mentre tentava di fuggire in Svizzera e il 28 venne fucilato con la sua compagna Clara Petacci e i loro corpi torturati furono esposti a Milano a piazzale Loreto. I caduti della Resistenza furono circa 70 000 ma nel Centro-Nord molti partigiani uccisero i fascisti iscritti al partito e i sospettati di complicità con il passato regime. La Resistenza fu un momento importante della storia dell’Italia.
7. La fine della guerra Il 6 giugno 1944 la flotta guidata dall’americano Eisenhower sbarcò in Normandia e i Tedeschi si ritirarono. Il 19 agosto Parigi si ribellò, qualche giorno dopo De Gaulle entrò in città e a metà settembre la Francia fu liberata. La Germania subì l’attacco russo a est. Il 7 marzo 1945 gli Alleati superavano il Reno mentre l’Armata rossa, occupate Polonia, Cecoslovacchia e Ungheria, entrava in Austria e in Germania. Il 30 aprile Hitler si tolse la vita e il 7 maggio 1945 a Berlino l’ammiraglio Dönitz firmò la resa incondizionata della Germania. La guerra era finita in Europa ma continuava nel Pacifico. Il Giappone fu sconfitto dagli Americani a Iwo Jima e Okinawa ma resisteva grazie ai kamikaze, piloti suicidi carichi di esplosivo che si lanciavano sulle navi nemiche. Il 6 agosto 1945 a Hiroshima fu lanciata la bomba atomica. Tre giorni dopo toccò a Nagasaki e il 2 settembre il Giappone firmò la resa: la seconda guerra mondiale si chiudeva con 50 milioni di morti, milioni di dispersi e di feriti.
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