TESTO BES CAPITOLO 3 - LA RIVOLUZIONE RUSSA
1. L’arretratezza dell’impero russo L’Impero russo era grande e comprendeva Russi, Finlandesi, Polacchi, Mongoli, Georgiani, Ucraini e Lettoni. La Russia era governata da una monarchia assoluta che difendeva il proprio potere e eliminava ogni opposizione. Chiese, monasteri e grandi famiglie possedevano il 90% delle terre, mentre i contadini erano servi della gleba. Nel 1861 lo zar Alessandro II abolì la servitù della gleba e diede la terra ai contadini, che in cambio dovevano pagare un riscatto. La legge peggiorò la condizione dei contadini e favorì i grandi proprietari terrieri che si liberarono di molta manodopera, e i kulaki, cioè i medi proprietari terrieri che acquistarono le terre a poco prezzo dai contadini. Nel 1800 l’economia russa era fondata sull’esportazione di cereali e di materie prime. Dal 1870 furono costruite fabbriche grazie ai capitali di Francia, Germania e Gran Bretagna. Fra il 1885 e il 1898 ci fu l’industrializzazione nelle città di Mosca, Pietroburgo e Baku.
2. L’opposizione allo zar Dal 1850 in Russia si diffuse il populismo, un movimento dei contadini che voleva abbattere lo zar con il terrorismo e sostituirlo con comunità agricole. Nel 1881 un populista assassinò lo zar Alessandro II. Con lo sviluppo industriale si diffuse il marxismo, che voleva la rivoluzione dei proletari. Nel 1898 i socialisti russi fondarono il Partito Operaio Socialdemocratico Russo, che si divise in 2 parti: – i bolscevìchi, guidati da Lenin, che volevano la rivoluzione; – i menscevìchi, guidati da Martov, che volevano realizzare riforme con la borghesia e arrivare al potere con le elezioni. Vladimir Uljanov, detto Lenin, nacque nel 1870 da una famiglia di borghesi e antizaristi. Per le sue idee, Lenin fu arrestato, espulso dall’università e costretto all’esilio. Lenin pensava che il capitalismo era in crisi e che presto i popoli europei si sarebbero ribellati alla guerra con la rivoluzione. La classe operaia russa, per fare la rivoluzione, doveva allearsi con i contadini. Lenin voleva una società comunista, fondata su 3 principi: – eliminare la proprietà privata e dare allo Stato terre e fabbriche; – eliminare le divisioni tra le classi sociali; – creare un governo del popolo.
3. La rivoluzione del 1905 Il 9 gennaio 1905 molti sfilarono per le strade di San Pietroburgo fino al Palazzo d’Inverno dello zar. L’esercito uccise un migliaio di persone e così questa giornata fu chiamata la domenica di sangue, che causò scioperi e rivolte. A ottobre a San Pietroburgo venne creato il primo Soviet, cioè un consiglio dei lavoratori. Lo zar Nicola II allora concesse un Parlamento, la Duma, che però non esercitò mai il suo potere.
4. La rivoluzione di febbraio Con la prima guerra mondiale la produzione di grano e le scorte alimentari diminuivano e i prezzi salivano. Il 23 febbraio 1917 a Pietrogrado (Pietroburgo) gli operai manifestarono e chiesero pane e pace. L’esercito si schierò con loro e iniziò la rivoluzione di febbraio. Lo zar Nicola II fu costretto ad abdicare e nacque la repubblica. Si formarono due poteri: – un governo provvisorio che voleva continuare la guerra, guidato dal principe L’vov, un aristocratico aperto alle riforme e appoggiato dai borghesi; – il Soviet dei deputati operai e dei soldati, che chiedevano la pace.
5. La rivoluzione di ottobre Il 4 aprile 1917 Lenin arrivò a Pietrogrado, organizzò una seconda rivoluzione e nelle tesi di aprile indicò 3 obiettivi: – abbattere il governo provvisorio e dare tutto il potere ai soviet; – fare uscire la Russia dalla guerra; – dare la terra ai contadini. Le truppe si ribellarono e il Governo provvisorio, guidato da Kerenskij, non sapeva risolvere il problema. Per abbatterlo i bolscevichi crearono la guardia rossa e iniziò la rivoluzione d’ottobre. Il 24 ottobre 1917 le guardie rosse occuparono Pietrogrado e i rivoluzionari conquistarono il Palazzo d’Inverno. Venne creato il Soviet dei Commissari del popolo, guidato da Lenin. Il nuovo governo abolì la proprietà della terra, affidò le fabbriche agli operai e firmò la pace di Brest-Litovsk con cui la Russia usciva dalla guerra. Il 12 novembre 1917 si svolsero le elezioni, Lenin sciolse l’assemblea e impose la dittatura del proletariato.
6. La nascita dell’URSS Nel 1918 in Russia ci fu una guerra civile tra i generali dello zar, che organizzarono un esercito detto l’Armata bianca, e il nuovo Stato comunista. I governi europei aiutarono l’Armata bianca perché temevano la diffusione del comunismo. Lenin creò un esercito bolscevico, l’Armata rossa guidata da Lev Trockij, e una polizia politica, la Ceka, famosa per i suoi metodi violenti. I contadini si schierarono con i bolscevichi perché avevano paura di perdere le loro terre. Il 16 luglio 1918 lo zar e la sua famiglia furono giustiziati. Nel 1920 la guerra civile si concluse con la vittoria dell’Armata rossa. Nel 1922 nacque l’URSS, l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, in cui la Russia era unita con le repubbliche di Ucraina, Georgia, Armenia, Bielorussia e Azerbaigian.
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