1. Per misurare l’ager publicus i Romani ricorsero a un particolare sistema: la centuriazione. Il terreno veniva diviso in quattro zone percorse da due strade tra loro perpendicolari: il cardine massimo e il decumano massimo. Quindi veniva ancora diviso in parti minori da una serie di strade o linee di confine che formavano tanti quadrati. Di solito ogni quadrato misurava una centuria, cioè circa 5 kmq, e conteneva cento rettangoli: di qui il termine di centuriazione.
2. Suddivisione del suolo in centurie.
3. Centuriazione e unità di misura: la centuria era a sua volta divisibile in un heredium, cioè 5000 mq circa, in un iugero, cioè in 2500 mq circa e in un actus quadratus, cioè in 1250 mq circa.
4. Nel disegno si osserva un misuratore di terreni che traccia e verifica l’incrocio ortogonale di cardine e decumano, attraverso uno strumento particolare quanto efficace: la groma.
5. La groma si infiggeva al suolo verificando con l’aiuto dei fili a piombo l’assoluta perpendicolarità del ferramento, l’asta centrale, al terreno. Un quinto filo, che pendeva dal centro della stelletta segnava a terra l’incrocio, ad esempio, di cardine e decumano. L’incrocio formava quattro angoli di 90° ciascuno.
6. Ancora oggi nelle campagne italiane si possono individuare le tracce della centuriazione romana.