X | STRUMENTI > GALLERIA DEI FILOSOFI |
Euclide di Megara è stato uno dei più entusiasti seguaci di Socrate e dopo la sua morte nel 399 a.C. fondò la scuola megarica, la più longeva delle cosiddette scuole socratiche minori. Il pensiero dei 'Megarici' è stato caratterizzato dalla sintesi delle istanze socratiche e della tradizione del pensiero eleatico, condotta tuttavia con un taglio fortemente dialettico ed aggressivo che ha contribuito a creare una immagine ambivalente della scuola: da un lato considerata come interlocutore di rilievo su tematiche di rilievo speculativo (come fa, in parte, Aristotele) ma spesso anche considerata come una involuzione sofistica delle tematiche ontologiche ed etiche dalle quali prendeva le mosse.
Euclide, nato a Megara, vicino all'Istmo di Corinto, nel 435 a.C. circa, una volta giunto ad Atene entrò nella cerchia degli amici di Socrate. Platone lo indica tra coloro che furono presenti alla sua morte nel 399 a.C. (Platone, Fedone, 59b-c). Aulo Gellio scrive che anche quando gli abitanti di Megara erano stati banditi da Atene a seguito del peggioramento dei rapporti diplomatici tra le due città Euclide frequentava di nascosto Socrate introducendosi in città travestito con abiti femminili. (Aulo Gellio,Noctes Atticae, VII, 10. 1-4). Nel Teeteto Euclide viene indicato come colui che ha trascritto la conversazione tra Socrate e il giovane Teeteto.
Ritornato a Megara dopo la morte di Socrate (399 a.C.) Euclide fondò una scuola filosofica legata all'insegnamento socratico ed insieme alla tradizione eleatica. Durante la crisi del circolo socratico subito dopo la morte di Socrate che portò tutti i seguaci di Socrate ad allontanarsi dalla città per timore dell'ostilità del governo ateniese (ad eccezione di Antistene) la scuola di Megara costituì peraltro un prezioso punto di appoggio di cui si avvalse lo stesso Platone (Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, II 106, III 6). Diogene Laerzio, che dedica a Euclide poche pagine, scrive: "Euclide nacque a Megara [...]. Aveva dimestichezza anche con gli scritti di Parmenide, e quelli che si ispiravano a lui venivano chiamati Megarici, poi Eristici, e successivamente Dialettici; li chiamò Dialettici per la prima volta Dionigi di Calcedonia, per il motivo che disponevano i loro ragionamenti sotto forma di domanda e risposta. Ermodoro riferisce che presso Euclide giunsero Platone e gli altri filosofi, dopo la morte di Socrate, poiché temevano la crudeltà dei Tiranni". (II,106)
La scuola megarica sopravviverà per circa un secolo: tra i seguaci di Euclilde Diogene cita: Eubulide di Mileto, Alessino di Elide, Eufanto di Olinto, Apollonio Crono, Diodoro Crono e Stilpone Megarico.
A Euclide di Megara vengono attribuiti sei dialoghi (tutti perduti):Lampria, Eschine, Fenice, Crione, Alcibiade, Amanti. (Diogene Laerzio, II, 108)