5. L’età giolittiana

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LA CONQUISTA DELLA LIBIA

E LE DIMISSIONI

Giolitti promuove la conquista

dalla Libia. L’esercito italiano

incontra varie difficoltà e la politica

coloniale si risolve in un flop.

La sconfitta e le difficoltà

economiche costringono

Giolitti alle dimissioni.

Al suo posto diventa primo

ministro il conservatore Salandra.

LA PRINCIPALE RIFORMA GIOLITTIANA

Giolitti ottiene l’approvazione, nel 1912, di una nuova legge elettorale, che prevede il suffragio universale maschile. Di fronte a questa novità, Giolitti si avvicina ai cattolici per impedire la vittoria dei socialisti, e sottoscrive il patto Gentiloni (1913).

L’EMIGRAZIONE IN ITALIA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Durante l’età giolittiana, l’unica soluzione per tanti cittadini del Nord e del Sud è l’emigrazione. Già prima molti Italiani erano andati in cerca di fortuna, ma tra il 1900 e il 1914 l’emigrazione diventa un fenomeno di massa (circa 9 milioni di persone).

LA POLITICA DEL «DOPPIO VOLTO»

È la politica attuata da Giolitti: democratico con i problemi del Nord Italia (approva nuove leggi sul lavoro e non impedì lo sciopero) e spregiudicato al Sud, dove si serve persino della malavita per ottenere voti.

L’ITALIA DEL NORD

E L’ITALIA DEL SUD

Nell’età giolittiana si verifica

il decollo della rivoluzione

industriale nel Nord Italia

con vari problemi

(condizione degli operai;

scioperi; immigrazione

dal Sud). Il Sud è povero,

con poche fabbriche

e un’agricoltura arretrata.

 

 

 

 

CHE COS’È «ETÀ GIOLITTIANA»

È il periodo che va dal 1901 al 1914, dominato politicamente dalla figura di Giovanni Giolitti, prima ministro degli Interni e dal 1903 presidente del Consiglio dei ministri.

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