Page 108 - atlante_geostorico

SEO Version

1.
Buon vicinato
- Dopo aver risolto le dispute territoriali con i
paesi confnanti ex sovietici, la Cina nel 1997 ha insistito per
costituire l’Organizzazione di cooperazione di Shangai, con
Mosca e altri quattro membri della Comunità di Stati Indipen-
denti (CSI) per contrastare il terrorismo e il separatismo isla-
mico, anche se non c’è prova di una corrente di
fondamentalismo islamico in Cina.
2.
Energia
- Il fabbisogno energetico cinese cresce in modo im-
pressionante: è previsto un raddoppio nel 2025 (11 milioni di
barili di petrolio al giorno). L’Angola è il primo fornitore di pe-
trolio e il secondo partner commerciale della Cina.
3.
Pacifco
- L’area della costa del Pacifco è quella economica-
mente più sviluppata: più alto è il reddito e più alto il valore
del prodotto interno lordo. In quest’area è partita la liberalizza-
zione commerciale avviata nel 1978, subito dopo la morte di
Mao. Questa politica di apertura all’economia di mercato ha
prodotto una crescita media del 10% annuo dal 1980 a oggi.
Dagli anni Novanta la Cina è diventata il primo destinatario
degli interventi stranieri per una produzione essenzialmente
destinata all’esportazione. Sono gli USA – paradossalmente –
ad assorbire il 40% della produzione cinese.
4.
Tibet
- Nel marzo 2008 i monaci tibetani hanno dato vita
a una serie di proteste, cui si sono associate migliaia di per-
sone, per le vie di Lhasa: la repressione dell’esercito cinese è
stata assai pesante e ha causato diversi morti. In Tibet non c’è
né libertà di parola né di religione. Migliaia di Tibetani sono ar-
restati e detenuti senza processo, molti altri fuggono: sono
circa 135000 i rifugiati, soprattutto in India.
5.
Ambiente
- La poderosa crescita economica cinese ha cau-
sato pesanti ripercussioni sull’ambiente naturale. Inquina-
mento, sfruttamento eccessivo e scriteriato delle risorse
naturali hanno causato già delle catastrof: nel Nord prevale la
desertifcazione – le dune sono a 70 km da Pechino; al Sud
l’abbattimento degli alberi ha causato nel 1998 l’esondazione
dello Yangzi, con 4000 morti e 18 milioni di sfollati. L’aumento
demografco fa prevedere una spaventosa crescita dei con-
sumi: i 2/3 del grano prodotto al mondo potrebbero fnire in
Cina. Infne, e questo riguarda il pianeta intero, la Cina sta per
diventare il primo produttore di gas serra al mondo.
La Cina preme sempre di più per affermare il suo ruolo di grande
potenza commerciale e di Stato egemone. Abbandonato ormai da
anni il modello economico comunista, la Cina ha creato un sistema
che si richiama al liberismo – e talvolta nella sua forma più sel-
vaggia – mentre le istituzioni rimangono saldamente controllate
dal partito unico e ben poche delle libertà occidentali sono alla
portata del miliardo di Cinesi che vivono in quell’immenso paese.
Il grande sforzo economico non ha avuto riguardi né per la na-
tura, né per i Cinesi: le opere di canalizzazione e le dighe hanno
avuto conseguenze pesanti per l’ambiente; la costruzione di
un’immensa diga – chiamata delleTre Gole – ha comportato la co-
struzione di un bacino lungo 660 km. Come conseguenza, due mi-
lioni di persone sono state costrette a trasferirsi. Il pauroso
terremoto che ha colpito nel maggio 2008 la regione centrale del
Sichuan ha causato decine di migliaia di morti, anche per l’impe-
rizia con cui molti edifci – fra cui le scuole – erano stati costruiti.
Assorbita senza troppe scosse l’incorporazione di Hong Kong, altri
problemi gravano sulla Cina: nel 2008 è scoppiata una furiosa ri-
volta in Tibet, occupato da mezzo secolo e negli ultimi anni dive-
nuto oggetto di una politica di «cinesizzazione» che intende
cancellare l’identità etnica e culturale della regione. Le proteste
sono state soffocate con la violenza, ma hanno avuto l’effetto di
attirare l’opinione pubblica mondiale sui problemi di quel piccolo
territorio. Il Dalai Lama, capo spirituale dei Tibetani nonché capo
politico – pur in esilio – ha dovuto assumere una posizione che
non minacciasse di peggiorare la situazione.
In politica estera, la Cina cerca di tenersi lontana dalla «tutela» di
Stati esteri. Le relazioni internazionali, dal punto di vista di Pe-
chino, sono molto cambiate da quando il crollo del mondo bipolare
ha rafforzato enormemente la potenza americana. Pechino, che
durante la guerra fredda era preoccupata soprattutto dal pericolo
sovietico ai suoi confni, oggi è molto attenta alla forza degli USA
e si è riavvicinata alla Russia. La guerra americana al terrorismo
signifca per la Cina una sorta di accerchiamento: truppe statuni-
tensi sono stanziate nelle Filippine e in Asia centrale, e gli USA
hanno stretto legami con India, Giappone, Corea del Sud,Taiwan.
I giochi olimpici di Pechino 2008 sono stati una vetrina per il
mondo intero. Nonostante le tensioni in varie città del mondo du-
rante il passaggio della torcia olimpica, contestata per denunciare
la repressione inTibet e la mancanza del rispetto dei diritti umani,
la Cina ha dimostrato di gestire al meglio questo evento interna-
zionale. Il governo ha investito in grandiose strutture sportive, ha
preso misure eccezionali per garantire la sicurezza degli atleti e
degli organizzatori, ha imposto regole per la sicurezza dei prodotti
alimentari e ha varato nuove norme per limitare l’inquinamento
atmosferico che avrebbe potuto compromettere lo svolgimento
delle competizioni sportive.
15. CINA: GRANDEZZE E
MISERIE DI UN GIGANTE
108