U
U
U
U
U
U
U
U
U
Cu
Cu
Cu
Cu
Cu Cu
Fe
Fe
Fe
Fe
Fe
Fe
Fe
Fe
Fe
C
C
C
C
C
C
C
Zn
Zn
Zn
Zn
petrolio
gas naturale
uranio
Risorse in Africa:
carbone
ferro
zinco
rame
fosfati
oro
U
Cu
Fe
C
Zn
1.
Il NEPAD
- I paesi affacciati sul Mediterraneo, più sviluppati per
quanto non immuni da crisi politiche, sono tra i maggiori promotori del
Patto che rappresenta un laboratorio di autonomia e solidarietà afri-
cana. I progetti sono molto ambiziosi, e comprendono la modernizza-
zione di molti porti, per adeguarli allo stoccaggio dei containers. Oggi
la quasi totalità del commercio in Africa avviene via mare.
2.
La primavera araba
- Nel biennio 2010-2011 una serie di manife-
stazioni e sommosse passate alla storia come la «primavera araba»
ha mutato il volto politico della regione. I primi segni di cambiamento
sono apparsi in Tunisia (caduta del presidente Ben Alì), poi è stata la
volta di Marocco,Yemen, Bahrein, Siria, Egitto (cacciata del presidente
Mubarak) e Libia (cattura e morte di Gheddaf).
3.
Sierra Leone
- La guerra civile in questo paese è durata dal 1991
al 2002 e aveva come scopo il controllo del traffco dei diamanti. Il
confitto ha visto l’impiego ingente di bambini-soldato da parte del
Fronte Rivoluzionario Unifcato: molti bambini-soldato, ora divenuti
adulti, non hanno ancora deposto le armi.
Due dati mostrano la grande contraddizione dell’Africa.
– L’Africa subsahariana possiede enormi ricchezze. È al
primo o al secondo posto al mondo per la produzione di
bauxite, antimonio, oro, cobalto, manganese, diamanti, ti-
tanio, vanadio; possiede il 20% delle riserve utilizzabili di
uranio; ha grandi riserve di ferro e carbone.
– Secondo l’ONU, in base al reddito medio disponibile per
abitante, esistono al mondo 49 «paesi meno avanzati»
(PMA): di questi 34 si trovano in Africa. Nel commercio
mondiale l’Africa ha un peso inferiore al 2%.
La contraddizione si spiega con il fatto che le risorse sono
largamente inutilizzate: gli investimenti esteri sono minimi
(e fnalizzati agli interessi delle aziende e degli Stati occi-
dentali o della Cina), le politiche nazionali del tutto inade-
guate, le infrastrutture insuffcienti, i confitti continui.
Gli interventi internazionali hanno in genere aggravato
la situazione. I prestiti concessi agli Stati africani hanno
innescato un processo per il quale i debiti vengono con-
siderati saldati solo se i governi locali riducono drastica-
mente le spese: il che signifca, di solito, non investire
nella sanità, o nell’istruzione, peggiorando le condizioni
di vita della popolazione. La speranza di vita per un abi-
tante dell’Africa subsahariana è di circa 45 anni, per un
cittadino del Sudafrica è di 63 – inAmerica Latina supera
i 70 anni. In alcuni Stati come Botswana e Zimbabwe la
percentuale della popolazione colpita dall’AIDS supera il
30%. Gran parte delle spese dei governi africani è desti-
nata all’acquisto di armi: in quasi tutti gli Stati sono pre-
senti attività di guerriglia da parte di movimenti
indipendentisti, religiosi, politici che si oppongono ai re-
gimi al potere. È dunque diffcile distinguere le respon-
sabilità dell’Occidente – sia per il lungo sfruttamento
coloniale sia per l’infuenza attuale sull’economia afri-
cana – da quelle dei gruppi locali al potere, spesso cor-
rotti e dediti al proprio interesse, senza considerazione
per le condizioni dei loro popoli.
Un segno di novità è la nascita nel 2001 del NEPAD (
New
Partnership for Africa’s Development
), sostenuto da Ni-
geria, Sudafrica, Senegal e Algeria: è un piano che pre-
vede progetti transnazionali precisi e li sottomette a
principi democratici. È prevista la costruzione di gasdotti
che colleghino Libia e Tunisia, Algeria e Nigeria, la Ni-
geria e il Ghana. In più, ferrovie, strade interne e costiere,
una rete di energia elettrica dal Cairo a Kinshasa – l’elet-
tricità oggi signifca anche l’accesso a Internet, e gli Afri-
cani ne conoscono bene l’importanza e puntano molto su
questo strumento.
17. L’AFRICA TRA GUERRE
E TENTATIVI DI SVILUPPO
112
Le risorse africane