STATI UNITI
Canada
5 milioni
1.
L’Africa non fu terra d’immigrazione, ma di conquista
da parte degli Europei, che tra il 1870 e il primo
decennio del XX secolo si insediarono in tutto
il continente come colonizzatori. È il caso più clamoroso
di «spartizione imperialistica».
Alla fne del XIX secolo il mondo aveva assunto un aspetto completa-
mente diverso: erano sorti nuovi Stati, altri si erano resi indipendenti,
altri ancora si erano unifcati. Parallelamente a questi cambiamenti,
alcune aree del mondo vissero uno straordinario sviluppo economico.
La rivoluzione industriale si era ormai diffusa nei paesi dell’Europa
atlantica, in America del Nord e stava arrivando in Russia, in Giap-
pone e nell’Europa mediterranea.
Questo fenomeno ebbe notevoli conseguenze. Innanzi tutto, come ab-
biamo visto, i paesi più industrializzati si avviarono alla conquista di
territori in cui potevano liberamente sfruttare le materie prime: è que-
sto il fenomeno che si defnisce imperialismo e che portò a una vera
e propria spartizione del mondo da parte delle grandi potenze. Inoltre
le migliori condizioni di vita portarono a una forte crescita della popo-
lazione. La pressione demografca in Europa sarebbe stata insosteni-
bile se non avesse trovato sfogo in altri continenti. Si aprì dunque una
fase di grandi migrazioni intercontinentali che dai paesi più popolati
dell’Europa si dirigevano verso aree del mondo ancora disponibili, verso
le Americhe e l’Australia. Questo straordinario fusso migratorio raf-
forzò notevolmente la presenza di uomini bianchi nel mondo.
Il fenomeno dell’emigrazione ebbe dei costi e dei benefci: se da un
lato lo sradicamento di uomini e donne dalla
loro terra d’origine comportò diffcoltà di inte-
grazione, dall’altro questa nuova forza lavoro
portava benefci economici sia al paese di ac-
coglienza che a quello di provenienza. Ad
esempio, il rapido sviluppo degli Stati Uniti
non sarebbe stato possibile senza il contributo
di milioni di lavoratori stranieri. I paesi d’ori-
gine, invece, ricevevano rimesse di denaro co-
spicue che incrementavano i consumi e lo
sviluppo economico delle zone più depresse
dell’Europa. Insomma tutto cambiò rapida-
mente. Ma non per l’intera umanità: questi mu-
tamenti crearono profonde differenze fra un
centro più progredito e una periferia più arre-
trata, classifcati secondo i rispettivi livelli di
sviluppo. Risale a quest’epoca la grande spac-
catura fra Nord e Sud del mondo in termini di
ricchezza, di risorse e di qualità della vita.
L’emigrazione europea
nel XIX secolo
52
francesi
portoghesi
inglesi
Colonie:
Stati indipendenti
tedesche
italiane
spagnole
belghe
MAROCCO
TUNISIA
MOZAMBICO
Gibilterra
Fernando Pò
ALGERIA
LIBIA
EGITTO
SUDAN
ANGLO-
EGIZIANO
CONGO
BELGA
ANGOLA
MADAGASCAR
AFRICA DEL
SUD-OVEST
UNIONE
SUDAFRICANA
BECHUANIA
AFRICA OCC. FRANCESE
SAHARA SP.
RIO DE ORO
NIGERIA
ETIOPIA
CAMERUN
AFRICA
ORIENTALE
TEDESCA
RIO MUNI
COSTA
D’ORO
TOGO
ERITREA
SOMALIA FR.
NYASSA
SWAZILAND
BASUTOLAND
RHODESIA
SETT.
RHODESIA
MERID.
SOMALIA BR.
SOMALIA IT.
KENYA
GAMBIA
GUINEA
PORT.
SIERRA
LEONE
UGANDA
LIBERIA
A
F
R
I
C
A
E
Q
U
A
T
.
F
R
A
N
C
E
S
E
Madeira
Is. Comore
Zanzibar
Canarie
2.
L’Etiopia, insieme
alla Liberia, era uno
dei pochissimi
Stati indipendenti.
6.
Il Canada ricevette
fussi migratori
dalla Francia,
dalla Gran Bretagna
e dall’Italia ma a sua
volta presentava anche
un fusso in uscita verso
gli Stati Uniti.
La spartizione coloniale dell’Africa (fne XIX secolo)
UN MONDO PIÙ BIANCO
GLI EUROPEI IN TUTTO IL MONDO