STATI UNITI
N
Wash
OCEANO
PACIFICO
1.
Europa
- Terroristi islamici hanno colpito a Madrid (2004) e Lon
(2005). L’Irlanda del Nord è stata per decenni scenario dello
scontro fra gli estremisti cattolici dell’IRA, l’organizzazione clandesti
del movimento nazionalista irlandese, e l’esercito inglese stanziato
nella zona. Gruppi terroristici di destra e di sinistra hanno insanguin
l’Italia negli anni Settanta e Ottanta. Agli inizi degli anni Novanta
la Iugoslavia è stata dilaniata da una guerra civile che ha portato a
dissoluzione dello Stato e a gravi devastazioni.Tensioni etniche,
religiose e territoriali sono ancora presenti nella regione. Al confne
l’Asia, nell’area del Caucaso sono presenti tensioni religiose e per l’i
pendenza di alcune regioni – come la Cecenia – dalla Russia.
5.
Stati Uniti
- Con l’attentato dell’11 settembre 2001
alle Torri Gemelle di NewYork, gli USA, e con loro il
mondo, si sono sentiti vulnerabili: modalità, obiettivo,
numero delle vittime (circa 2900) fanno di quell’atto
terroristico un punto di svolta; molti dissero: «Nulla sarà
più come prima». Già nel 1993 le Torri Gemelle erano
state oggetto di un attentato senza gravi conseguenze.
L’attentato più grave avvenuto negli USA prima del
2001 era stato quello di Oklahoma City nel 1995,
quando un terrorista di destra aveva ucciso,
utilizzando dell’esplosivo, 166 persone.
Un mondo in guerra – non, dunque, una guerra mondiale,
ma una serie di confitti locali ma non per questo meno
drammatici, che non risparmiano quasi nessuna parte del
pianeta. Dalla fne del secondo confitto mondiale, non c’è
stato anno in cui non si sia svolta almeno una guerra. Si
tratta di guerre molto diverse fra loro: guerre fra Stati (ad
esempio, USA contro il Vietnam del Nord o contro l’Iraq),
guerre all’interno degli Stati (come le numerose guerre ci-
vili che hanno insanguinato e insanguinano tuttora l’Africa),
o guerre che vedono impegnate milizie non statali – come le
organizzazioni che combattono contro Israele ma con le loro
basi in Libano. I protagonisti possono essere eserciti rego-
lari, o movimenti dediti alla guerriglia, o milizie private che
si pongono – come i mercenari dell’età medievale e moderna
– al servizio di Stati in guerra. I motivi di queste guerre sono
spesso legati al desiderio di indipendenza di minoranze che
si sentono sottomesse a Stati occupanti, o al controllo di
zone ricche di materie prime – come la guerra mossa dal-
l’Iraq al Kuwait nel 1990 per lo sfruttamento del petrolio lo-
cale – o per rovesciare un governo ritenuto illegittimo.
L’ONU cerca di evitare questi confitti o di porre loro fne con
l’intervento dei «caschi blu», le truppe internazionali che
hanno il compito di porsi fra le fazioni in lotta: dal 1948 i ca-
schi blu sono stati impegnati in circa 60 operazioni in tutto il
mondo, perdendo più di 1800 uomini. La scelta di inviare
truppe ONU è spesso subordinata agli interessi delle princi-
pali potenze o agli equilibri in una determinata zona, e non
sempre l’opera dei caschi blu ha avuto l’effcacia sperata.
Movimenti terroristici, inoltre, sono da tempo presenti in di-
versi Stati del mondo con l’obiettivo di sovvertire l’ordine
politico esistente o liberare il proprio paese da Stati colo-
nizzatori o occupanti. Ormai però la minaccia terroristica si
è fatta mondiale: movimenti islamici come Al Qaeda sono in
grado di colpire obiettivi in qualsiasi parte del mondo –
obiettivi in qualche modo legati al mondo occidentale (le
TwinTowers a NewYork, le stazioni di Madrid, i turisti a Bali
o a Sharm El-Sheik).
L’effcacia del terrorismo oggi conta anche sul ruolo dei
mezzi di comunicazione: più l’obiettivo è visibile, più le te-
levisioni trasmettono immagini di attentati o messaggi dei
terroristi, più lo scopo – il terrore – è raggiunto. Anche In-
ternet è ampiamente utilizzato dalle organizzazioni terrori-
stiche che se ne servono per pianifcare azioni, diffondere
proclami e reclutare nuovi membri.
Contro un nemico come questo, sfuggente e spietato, la lotta
è assai diffcile, ed è condotta sia con l’azione militare e dei
servizi segreti, sia con la propaganda, sia con la diplomazia,
ma non si può prescindere dall’impegno contro le situazioni di
ingiustizia e violenza, che spesso alimentano il terrorismo.
11. IL MONDO IN GUERRA
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