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Impero cinese (Manciú) alla metà del XIX secolo
Sfere di influenza:
inglese
francese
tedesca
giapponese
Porti aperti al commercio in base al Trattato
di Nanchino (1842)
Rivolta dei Taiping
Marce dei Taiping (1850-64)
Pechino
Harbin
Jinan
Wuhan
Nanchino
Luzhou
Ganzhou
Jintian
Zhanjiang
Hangzhou
Shanghai
Ningbo (Mingzhou)
Xiamen
(Amoy)
Guangzhou
(Canton)
Fuzhou
Hong Kong
Weihaiwei
Qingdao
Lushun (Port Arthur)
Mar Cinese
Meridionale
Mar
Giallo
IMPERO RUSSO
6.
Nel 1853 il Giappone
fu costretto dagli USA ad
aprirsi al commercio
internazionale.
L’intervento straniero
determinò la crisi del
vecchio sistema politico e
impose una nuova classe
dirigente, che guidò il
paese in un processo di
modernizzazione e
industrializzazione sul
modello dell’Occidente.
In breve così il Giappone
divenne una fra le
maggiori potenze
mondiali.
4.
La presenza europea in Cina generò reazioni di tipo xenofobo verso gli Occi-
dentali. Rivolte, proteste e disordini sociali continuarono fno all’inizio del XX se-
colo.
Il declino della Cina Manciù e il Giappone
LA CINA E IL GIAPPONE
Alla fne del XVIII la dinastia Manciù dei Qing, che regnava in
Cina dal 1644, cominciava a manifestare i primi segni crisi. I costi
del sistema imperiale, il peggioramento dell’amministrazione pub-
blica, una burocrazia incline alla corruzione erano fattori evidenti
del declino. Le carestie e le rivolte contadine erano frequenti, le
minoranze etniche sottomesse; Turchi, Mongoli, Tibetani, gruppi
musulmani e buddisti manifestavano frequentemente la loro in-
sofferenza. In questa crisi si inserirono gli Inglesi, spinti dai loro
interessi economici. Anche in Giappone i tentavi di penetrazione
occidentale furono insistenti. Qui però la pressione dell’Occidente
fu accolta dal nazionalismo giapponese come una sfda alla mo-
dernizzazione e all’industrializzazione del paese.
2.
La guerra dell’oppio.
Il consumo di oppio in Cina divenne una
piaga sociale, perciò il governo cinese prese misure molto restrittive
per impedirne la diffusione. Questo intervento però aprì un confitto
con la Gran Bretagna che si sviluppò fra il 1839 e il 1842.
1.
Il commercio dell’oppio.
Gli Inglesi importavano dalla Cina, tè sete,
porcellane, ma non esportavano nulla. Cercarono di scambiare i prodotti
cinesi con l’oppio che veniva coltivato in India. Poiché l’oppio era illegale in
Cina, i Britannici ricavavano da questo commercio enormi proftti.
5.
La rivolta antioccidentale
dei
Taiping
fu la più
importante. Guidata da un
movimento nazionalista e
antioccidentale di
ispirazione religiosa, la
rivolta dei Taiping
intendeva rovesciare la
dinastia imperiale e la sua
burocrazia per
distribuire la terra ai
contadini e creare una
società di eguali. I Taiping
combatterono per
quattordici anni, ma furono
sconftti dalla repressione
congiunta del governo
cinese e delle forze europee,
inglesi e francesi.
3.
Il trattato di Nanchino.
La guerra fra Gran Bretagna
e Cina si concluse con
il Trattato di Nanchino: una
sconftta per la Cina, che
fu costretta ad aprire i suoi
porti al commercio straniero.
La difesa nazionale era fallita.