GUYANA
SURINAME
Guyana
Francese
GIAMAICA
PAPUA NUOVA
GUINEA
COREA
DEL NORD
COREA
DEL SUD
NUOVA
ZELANDA
FILIPPINE
CAMBOGIA
VIET NAM
SRI LANKA
THAILANDIA
BANGLADESH
PAKISTAN
TANZANIA
ZAIRE
GUINEA BISSAU
BELIZE
GUINEA
(ALTO VOLTA)
BURKINA FASO
ZAMBIA
LESOTHO
NAMIBIA
SIRIA
OMAN
YEMEN
DEL NORD
IRAQ
E.A.U.
AFGHANISTAN
EGITTO
SUDAN
BIRMANIA
BHUTAN
NEPAL
ETIOPIA
SOMALIA
KENYA
SWAZILAND
UGANDA
ANGOLA
GABON
CAMERUN
NIGERIA
CIAD
NIGER
MALI
MAURITANIA
SENEGAL
GAMBIA
Sahara
Occ.
ALGERIA
LIBIA
TUNISIA
MAROCCO
MOZAMBICO
CONGO
MADAGASCAR
MALAYSIA
INDIA
I N D O N E S I A
1
2
3 4
5
6
7
8
9
10
12
15 14
13
11
GUINEA
EQUATORIALE
SIERRA LEONE
COSTA D'AVORIO
TOGO
LAOS
BOTSWANA
LIBANO
CIPRO
GIORDANIA
ISRAELE
KUWAIT
QATAR
1
2
ZIMBABWE
BURUNDI
3
4
5
6
YEMEN DEL SUD
(unito allo Yemen
del Nord nel 1990)
7
GIBUTI
RUANDA
8
9
10
11
12
GHANA
BENIN 14
REPUBBLICA CENTRAFRICANA
13
15
Nuova
Caledonia
Is. Falkland
Saint Lucia
Saint Vincent
St. Kitts
e Nevis
Martinica
Guadalupa
Antigua
Barbuda
Anguilla
Is. Vergini
TRINIDAD
E TOBAGO
DOMINICA
Puerto Rico
(USA)
BARBADOS
GRENADA
OCEANO
PACIFICO
Mar Glaciale Artico
OCEANO
INDIANO
OCEANO
ATLANTICO
Colonie divenute indipendenti dopo la II guerra mondiale
Colonie divenute indipendenti tra le due guerre o durante la II guerra mondiale
Territori o dipendenze al 1990
1.
Il processo di decolonizzazione iniziò in Asia con
l’indipendenza dell’India, sancita dalla stessa
Gran Bretagna nel 1947.Tra il 1946 e il 1959
ottennero l’indipendenza anche i paesi del Sud-Est
asiatico a cominciare dallo Stato delle Filippine, re-
sosi indipendente dagli Stati Uniti in cambio dell’uso
di basi navali. Successivamente divennero indipen-
denti la Birmania (1948), l’Indonesia (1949) e poi la
Malaysia e le isole Hawaii (1957-59).
2.
Nell’area geografca denominata
Palestina, su cui cessava il mandato
inglese, sorse nel 1948 lo Stato di Israele,
che venne subito contrastato dalla
popolazione palestinese residente e dai
paesi arabi confnanti. La questione
palestinese divenne da allora un focolaio
di tensioni internazionali permanente.
3.
Nel Sud America l’indipen-
denza era stata raggiunta nel
XIX secolo, ma in seguito era
subentrato il neocolonialismo
statunitense. Negli anni Ses-
santa in molti di questi paesi si
formarono movimenti popolari
che intendevano democratiz-
zare la vita politica e si oppo-
nevano all’ingerenza americana.
4.
I paesi africani combatterono per la loro indipendenza tra gli
anni Cinquanta e gli anni Settanta. In alcuni casi la liberazione
fu ottenuta con una durissima guerra, come nel caso dell’Algeria
francese, oppure lasciò profonde fratture all’interno dei singoli
paesi, come nel caso del Congo, ex colonia belga, o della Nigeria
e del Kenya inglesi, dove esplosero terribili guerre tribali.
5.
Sotto il dominio francese fno al 1954, l’Indocina fu suddivisa
in tre diversi Stati: Cambogia, Laos e Vietnam, quest’ultimo diviso
in un nord comunista e un sud sostenuto dagli Stati Uniti.
La volontà di estendere il comunismo anche al sud provocò
l’intervento militare degli Stati Uniti che durò fno al 1975.
LA FINE DEL COLONIALISMO
La decolonizzazione dei territori inAfrica e inAsia coinvolse
anche il resto del mondo. Le grandi potenze non mancarono
di far pesare il loro ruolo nelle aree lasciate libere dagli Eu-
ropei, sia con interventi economici – soprattutto da parte
americana – sia con interventi politici, ideologici e militari –
soprattutto da parte sovietica. Ma l’aspetto più drammatico
fu che USA e URSS trasferirono in questa parte del mondo
la loro confittualità, innescando con l’esportazione di armi
un’infnita serie di sanguinosi confitti locali.
La decolonizzazione contribuì, tuttavia, a mettere in discus-
sione la logica del bipolarismo: un terzo polo si presentava
nello scenario politico internazionale e si dichiarava fuori
dai due schieramenti. Il «non allineamento» sancito nel 1955
a Bandung, in Indonesia, proponeva infatti un progetto al-
ternativo a quello delle grandi potenze che doveva innanzi
tutto sostenere l’indipendenza e l’autodeterminazione dei
popoli, incentivare lo sviluppo economico, combattere la di-
scriminazione razziale. Nacque qui l’espressione «Terzo
Mondo» che ha un duplice riferimento: in rapporto a USA e
URSS, e al Terzo stato della Rivoluzione francese. L’econo-
mista francese Alfred Sauvy indicava come «Terzo Mondo»
l'insieme dei popoli dell'Asia e dell'Africa che, non appar-
tenendo né alla «nobiltà» europea né al «clero» americano,
detenevano una parte immensa delle risorse umane e ma-
teriali del pianeta e intendevano farselo riconoscere dai due
«mondi», quello capitalista (USA) e quello comunista
(URSS).
La fne del colonialismo