Page 80 - atlante_geostorico

SEO Version

OCEANO
PACIFICO
OC
ATL
4.
Terza fase: crescita negativa
- Qui la mortalità infantile è molto ba
la fecondità è ai minimi. Questo comporta la riduzione del tasso di cr
della popolazione. I paesi del Nord del pianeta (Stati Uniti e Canada,
ropa) e anche Australia e Nuova Zelanda sono da tempo in questa f
della transizione demografca. L’elevato standard di vita e l’istruzione
piamente diffusa hanno contribuito a diminuire il numero dei bambini
causando però un parallelo aumento dell’età media della
popolazione, nonché una crescita in valore assoluto degli anziani.
1. UNA POPOLAZIONE
MAL DISTRIBUITA
All’inizio del Novecento il mondo contava mezzo miliardo
di abitanti, 6 miliardi nel 1999: la crescita è stata spettaco-
lare, ma il futuro non dovrebbe più riservarci nulla di si-
mile. Trent’anni fa si pensava che la popolazione avrebbe
raggiunto i 12 miliardi nel 2050, ma si trattava di una pre-
visione pessimistica e sbagliata: la popolazione crescerà a
un ritmo molto più lento; come si vede nel grafco, per il
2050 la previsione media è di 9,3 miliardi di abitanti, al mas-
simo 10,9.
Il rallentamento è dovuto al raggiungimento, da parte di
molti paesi, della fase detta di «transizione demografca»:
questa fase, già inaugurata da tempo nei paesi dell’Europa
occidentale, è caratterizzata da una progressiva diminu-
zione delle nascite accompagnata da una riduzione della
mortalità e da un aumento della speranza di vita. Alla base
di questi cambiamenti stanno in genere i progressi della
medicina, ma anche l’aumento dell’istruzione.
Ormai la metà dei paesi del mondo ha raggiunto il tasso di
2,1 fgli per ogni donna. Questo processo è più lento in
Africa, più spedito in Asia e in America Latina: è il modello
«occidentale» di natalità, conseguito però senza lo sviluppo
economico e sociale che ha caratterizzato il Nord del
mondo nei decenni passati. Se nascono meno bambini, la
conseguenza è che ci si avvia verso un progressivo invec-
chiamento della popolazione mondiale. Gli ultrasessan-
tenni dovrebbero passare dal 10% della popolazione nel
2000 al 22% nel 2050. Sommando la tendenza al rallenta-
mento demografico con la crescita dell’età, è facile preve-
dere che la popolazione dell’Europa diminuirà fino al 7%
del totale mondiale nel 2050. Contemporaneamente, in
Africa vivrà il 20% della popolazione, in Asia il 60%, in
America Latina il 9%.
È evidente che questa
situazione di diseguale
distribuzione della po-
polazione infuirà sui
fussi migratori: un nu-
mero sempre maggiore
di persone si sposterà
dal Sud al Nord del
pianeta.
80
10 000
5000
2000
1000
500
200
100
50
20
10
1950 1960 1970 1980 1990 2000 2100 2020 2030 2040 2050
Popolazione (in milioni)
Mondo
Europa
Oceania
Africa
America del Nord
America del Sud
Asia
Previsione di crescita della popolazione mondiale