Page 90 - atlante_geostorico

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OCEANO
PACIFICO
O
AT
5.
America
- Il continente americano vede
in generale un’ampia partecipazione
femminile alla vita politica, con una forte
componente di parlamentari donne sia
negli USA, sia in Canada, sia in alcuni paesi
dell’America Latina. Nel 2007 una donna,
Michelle Bachelet, è divenuta presidente
del Cile. Anche dal punto di vista
dell’istruzione, le donne americane
vantano buone condizioni: in diversi
paesi almeno il 60% delle ragazze
è scolarizzata, e la percentuale tocca
quasi il 100% nell’America del Nord
e a Cuba.
Quasi parallela alla storia raccontata dai libri, corre per secoli
la storia delle donne. Emergono qualche volta fgure impor-
tanti – regine, sante, favorite di sovrani – ma sembra che gli
eventi, grandi o piccoli, siano compiuti solo dagli uomini. Si
pensi alla conquista del diritto di voto: il suffragio universale
maschile risale in molti paesi al Settecento, ma fu allargato
alle donne solo nel XX secolo; un importante paese come la
Francia lo ha concesso nel 1944, l’Italia nel 1946, tra l’altro ben
dopo la Turchia. Questo primo obiettivo di parità è però sol-
tanto la metà di un diritto più grande: se guardiamo le donne
elette nei Parlamenti o che occupano cariche istituzionali im-
portanti, la strada è ancora lunga. In molti Stati non sono pre-
viste quote riservate alle candidate, ed è oggettivamente
diffcile che una donna venga eletta: in Europa orientale e in
Mongolia con la caduta dei regimi comunisti sono scomparse
le quote e la presenza femminile in Parlamento è molto dimi-
nuita. È vero che il numero degli Stati con donne primi mini-
stri o presidenti è aumentato negli ultimi anni,ma questo non
comporta necessariamente un miglioramento della condi-
zione femminile in quei paesi.
Il discorso sui diritti e sulle opportunità delle donne non può
essere limitato al solo aspetto politico. Nelle grandi aziende
che dominano i mercati mondiali la presenza femminile è an-
cora più esigua che in politica. L’accesso all’istruzione è in
molti Stati del mondo – soprattutto in Africa e in Asia – infe-
riore a quello, già ridotto, dei maschi. Questa situazione va a
rafforzare una condizione di inferiorità rispetto agli uomini
che emerge osservando il ruolo delle donne nell’ambito fami-
gliare. La donna è sottomessa al padre, poi al marito, e nella
stessa famiglia avvengono un gran numero di violenze fsi-
che: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il 20%
delle donne negli USA, il 40% in Europa, il 42% in Ghana o
Bangladesh subisce violenze domestiche, che possono com-
portare anche la morte. Molti Stati (India, Pakistan, Giorda-
nia, Siria) tollerano che fratelli o mariti uccidano una donna
che abbia «rovinato» la loro reputazione. Nelle situazioni
estreme, poi, la donna appare ancora più debole: se cresce la
povertà nel mondo, le donne povere sono più numerose dei
maschi; in caso di guerra, le donne subiscono spesso le peg-
giori violenze: le guerre recenti hanno mostrato come sia dif-
fusa (si tratti di Europa, come in Bosnia, o di Africa, come in
Ruanda o Algeria) la violenza sessuale da parte dei soldati in
campo; milioni di donne povere, provenienti da molti paesi,
alimentano il mercato della prostituzione in Europa occiden-
tale o negli Stati Uniti, e spesso si tratta di giovanissime.
Le conferenze internazionali lanciano programmi destinati a
migliorare la condizione femminile nel mondo, e i risultati non
mancano, anche se i miglioramenti non sono sempre evidenti.
.
6. A CHE PUNTO È
L’EMANCIPAZIONE
FEMMINILE?
90
Paesi in cui almeno una donna è stata
eletta capo di Stato o del governo
dopo la seconda guerra mondiale.